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Lunedì, 05 Aprile 2021 12:43

Il tesoro verde del Mediterraneo

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Lungo le coste italiane è presente quasi ovunque la Posidonia oceanica, una pianta endemica del bacino Mediterraneo che ha un importantissimo valore sia ecologico che economico.


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Figura 1
: Prateria di Posidonia oceanica.

Finalmente dopo aver letto questo breve articolo non potrete più sbagliare: la Posidonia oceanica (Fig.1), comunemente chiamata posidonia, è una pianta acquatica, e non un’alga, e rappresenta una delle più importanti fanerogame marine. Pensate che ha anche un valore economico!

Il nome “posidonia” deriva dal dio del mare Poseidone (Fig.2) degli antichi greci per sottolineare la sua grande importanza all’interno dell’ecosistema marino.

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Figura 2: Poseidone (dal greco antico Ποσειδῶν, in latino Poseidon) era il Dio del mare, dei maremoti, e dei terremoti, secondo il mito greco. 

 MA QUALE DIFFERENZA C’È TRA UN’ALGA E UNA PIANTA?

La Posidonia oceanica ha dei tessuti specializzati che compongono radici, fusto e foglie e per riprodursi ha fiori e frutti: è per questo che appartiene al regno delle piante. Le alghe, invece, sono molto più primitive e sono costituite da un solo tipo di tessuto, il tallo. In altri termini, in una pianta la fotosintesi clorofilliana avviene nelle cellule specializzate che compongono le foglie mentre in un’alga avviene praticamente ovunque batta il sole.


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Figura 3: Composizione schematica della Posidonia oceanica realizzata con prodotti riciclati.

Vediamo, quindi, brevemente quali sono le componenti principali di una pianta come la posidonia:

  • LE RADICI: servono principalmente come mezzo per ancorarsi al fondo. Questa pianta, infatti, è capace di assorbire nutrienti da tutta la sua superficie comprese le foglie;
  • IL FUSTO: detto anche rizoma, cresce sotto terra. Si distinguono due tipi di rizomi: quelli "plagiotropi" che crescono orizzontalmente e quelli "ortotropi" che crescono verticalmente intrappolando, in tal modo, il sedimento e altri frammenti presenti sul fondale. Si forma così una struttura chiamata “matte”, che permette alla posidonia di guadagnare terreno e conquistare nuove zone con un ritmo lentissimo di circa 1 metro al secolo;
  • LE FOGLIE: sono a forma di nastro e possono essere lunghe fino a 1 metro. Sono di colore verde quando sono giovani mentre quando sono vecchie e si staccano dalla pianta diventano color marrone. Sono riunite in fasci in cui le più giovani si trovano all’interno e le più vecchie si trovano all’esterno. Una volta morte si staccano e possono essere trasportate dalle correnti sulle spiagge dove formano le cosiddette “banquette” (Fig.4). I residui fogliari vengono trasformati dal moto ondoso e compattati a formare le “egagropili”, dette anche palline di mare;

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Figura 4: A sinistra, banquette di posidonia sulla spiaggia (Foto di Fabrizio Varini). A destra,"balls" di posidonia, dette anche "egagropili".

  • I FRUTTI: sono verdi, per la loro forma sono state soprannominate “olive di mare”. Una volta mature (aprile-maggio) si staccano e vengono a galla; in questo modo sono trasportate lontano ed è per questo che occasionalmente è possibile trovarle sulle spiagge. Quando il frutto marcisce viene liberato il seme che si trova al suo interno che cade sul fondo dove, se trova le condizioni adatte, sviluppa una nuova pianta;
  • I FIORI: sono verdi e raggruppati in una infiorescenza a forma di spiga. Il polline prodotto viene trasportato dall’acqua grazie alle correnti proprio come quello dei pini viene trasportato dal vento. La riproduzione avviene nel periodo di settembre-ottobre.    

Molti subacquei considerano le immersioni in luoghi ricoperti da prateria di Posidonia oceanica  monotone perché il paesaggio sembra sempre lo stesso.  Questo però è vero solo in apparenza! In realtà, infatti, la prateria è un luogo ricco di forme di vita e di colore, basta spostare (DELICATAMENTE!) i ciuffi di posidonia per osservare una moltitudine di organismi che vivono all’ombra delle sue fronde (Fig.5). Fra le sue foglie trovano riparo dai predatori tantissime forme giovanili; per questo si dice che essa svolge la funzione di “nursery”. Le foglie offrono, inotre, anche una superficie su cui crescono e vivono una moltitudine di organismi vegetali e animali. Tutta questa vita, poco visibile, attira comunque anche organismi di dimensioni ragguardevoli come per esempio i dentici, che stanno in agguato tra le foglie prima di partire per un attacco a tutta velocità! 


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Figura 5:
 Stella marina nascosta in fanerogame (Posidonia oceanica).

MA PERCHE LA POSIDONIA È COSÌ IMPORTANTE? QUALI SONO LE SUE FUNZIONI?

  • È uno dei produttori primari di ossigeno (circa 14l/mq/anno) e di sostanze organiche (circa 20 t/ha/l’anno): per questo viene paragonata alle foreste tropicali. Il suo danneggiamento da parte dell’uomo potrebbe causare un grosso danno poiché la loro scomparsa potrebbe generare una fonte di CO2 (anidride carbonica) laddove ora c’è una fonte di ossigeno;
  • È un indicatore della salute del mare: osservando lo stato di salute delle praterie si può valutare il grado di inquinamento dello specchio d’acqua preso in esame. Per esempio, si osservano il numero di foglie per fascio e il numero di fasci per metro quadrato (m2), il tipo e la quantità di organismi che vivono sopra e tra le sue foglie e la profondità fino a cui viene trovata è indice di trasparenza delle acque. In acque molto limpide come quelle di Pianosa, per esempio, si estende fino a 50 metri. Inoltre, è considerata appropriata per il biomonitoraggio a causa della sua ampia distribuzione, per le dimensioni ragionevoli, l’abitudine sedentaria, la facilità con la quale può essere raccolta e per la sua sensibilità alle modificazioni della zona litorale;
  • Protegge le coste dall’erosione: in autunno quando le sue foglie si staccano vengono depositate sulla costa e formano le cosiddette “banquettes”; quest’ultime proteggono le spiagge dalle mareggiate invernali. La conformazione delle “matte”, inoltre, con le lunghe foglie vive sovrastanti, attutisce l’azione delle correnti marine e del moto ondoso;
  • Come già detto, dà rifugio, protezione e nutrimento ad un gran numero di piccoli organismi e alle forme giovanili di molti altri. La presenza delle lunghe foglie rende l’ambiente simile a quello della macchia o del sottobosco, dove piccoli animali possono vivere e riprodursi al riparo dai grandi predatori. Inoltre, le foglie vicine e stese verso la superficie intrappolano e concentrano le particelle organiche presenti nella colonna d’acqua; per questo all’interno delle praterie sono presenti una grande quantità di filtratori come la Pinna nobilis, detta anche “nacchera”. Infine, molti altri animali marini si nutrono degli organismi che crescono sulle sue foglie o tra i rizomi. Le praterie ospitano circa il 20-25% di tutte le specie presenti in mar Mediterraneo (MATTM 2008);
  • Sono pochissimi gli animali che si nutrono direttamente della Posidonia oceanica: solo il “riccio femmina” (Paracentrotus lividus), il crostaceo Idotea e la Salpa sarpa si cibano abitualmente delle sue foglie poiché i suoi tessuti verdi sono ricchi di una sostanza amara.


MINACCE PRINCIPALI

Le praterie di fanerogame marine sono minacciate a livello globale da pressioni antropiche e naturali che causano la frammentazione degli habitat e il degrado dell'ecosistema. Le principali minacce per le praterie di posidonia sono la cementificazione delle rive, l’inquinamento, gli effetti dannosi delle reti “a strascico”, gli ancoraggi, e la presenza di specie invasive. Un esempio di quest’ultime sono le alghe appartenenti alla famiglia delle caulerpe tra cui vale la pena di citare:

  1. Caulerpa cylindracea: introdotta in seguito all’apertura del canale di Suez, la sua diffusione è stata incrementata a causa del suo utilizzo negli acquari. Da subito è entrata in competizione con la P. oceanica. É noto, infatti, che ai bordi delle praterie e in condizioni di indebolimento delle piante di posidonia, la caulerpa invade le “mattes” sofferenti, e in situazioni in cui la fanerogama è in svantaggio di competizione, riesce a raggiungere dimensioni eccezionali, andando ad ombreggiare e, quindi a danneggiare, la sua antagonista;
  2. Caulerpa taxifolia: (Fig. 6) volgarmente nota come “alga assassina”, è entrata nel nostro mare per un errore umano, dovuto alle pulizie delle vasche nell’acquario di Monaco. Questa specie trovò nel Mare Nostrum un ambiente adatto alla sua proliferazione poiché privo dei suoi predatori naturali.
 
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Figura 6: Caulerpa taxifolia.

Infine, l’aumento di torbidità, con la conseguente riduzione della trasparenza delle acque, riduce la capacità fotosintetica della pianta e risulta essere una delle cause più frequenti di regressione delle praterie (Larkum e West 1983; Duarte 1991). L’alta concentrazione di inquinanti organici, causando un eccessivo sviluppo algale, può provocare sia un aumento della torbidità delle acque sia un eccessivo sviluppo di epifiti sulle foglie di P. oceanica. In entrambi i casi viene ridotta l’intensità di luce che può raggiungere la pianta, con conseguenze negative sulla sopravvivenza della stessa. Sostanze di vario genere (es. tensioattivi, metalli pesanti ecc.) possono, inoltre, causare necrosi dei tessuti, alterazioni morfologiche e interferire negativamente con i normali processi di sviluppo della pianta (Capiomont et al., 2000).

APPLICAZIONI

La Posidonia oceanica è una fanerogama endemica del mar Mediterraneo e il suo utilizzo è stato documentato come rimedio erboristico tradizionale per il diabete e l'ipertensione. In particolare l'estratto di foglie è un fitocomplesso (Fig. 7) dotato di interessanti bioattività, inclusa la proprietà inibitoria sulla migrazione delle cellule tumorali umane e effetti antinfiammatori.


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Figura 7
 Fitocomplesso estratto dalle foglie di Posidonia oceanica.

Inoltre sono stati studiati i composti in pasta cementizia contenenti fibre naturali di Posidonia oceanica e, analizzandone le proprietà termiche e meccaniche, si è osservato un aumento delle resistenze meccaniche e termiche proprio in quei composti contenenti le fibre di questa pianta.

PER CONCLUDERRE, COME VIENE EFFETTUATO IL MONITORAGGIO DELLA POSIDONIA?

E’ stato sviluppato un sistema volto a valutare la vulnerabilità della P. oceanica  nelle acque marine costiere italiane, ossia l’“Habitat Suitability Model” (HSM). Questo metodo si basa sulle attuali conoscenze sia sulla distribuzione spaziale che sulle condizioni della pianta in questione nei mari italiani. La valutazione delle praterie potenzialmente più vulnerabili di P. oceanica a rischio crescente di regressione ha fornito preziose informazioni sulla vulnerabilità di P. oceanica.

L'HSM sviluppato potrà quindi in futuro supportare programmi di conservazione e monitoraggio di questa specie che gioca un ruolo cruciale negli ecosistemi marini del mar Mediterraneo.





BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

  • A,Barcelona, J,Colomer, M.Soler, N.Graciasb, T.Serra. Meadow fragmentation influences Posidonia oceanica density at the edge of nearby gaps. Estuarine, Coastal and Shelf Science. 20 November 2020
  • Houngnandanab, S.Kéfia, J,Deterbc. Identifying key-conservation areas for Posidonia oceanica seagrass beds. Biological Conservation.Volume 247, July 2020,
  • Vasarri, M.Leri, E.Barletta, M.Ramazzotti, R.Marzocchini, D.Degl'Innocenti. Anti-inflammatory properties of the marine plant Posidonia oceanica (L.) Delile. Journal of Ethnopharmacology.Volume 247, 30 January 2020
  • Leoni, V.Pasqualini, G.D.Ardizzoneb, E.Balestric, R.Bedinid, A.Bellusciob, T.Belshere, J.Borgf, C.F.Boudouresqueg, S.Boumazah, J.M.Bouquegneaui, M.C.Buiaj, S.Calvok, J.Cebrianl, E.Charbonnelg, F.Cinellic, A.Cossum, B.Vel. Descriptors of Posidonia oceanica meadows: Use and application. Ecological Indicators.Volume 5, Issue 3, August 2005, Pages 213-230
  • Thermal and mechanical properties of hardened cement paste reinforced with Posidonia-Oceanica natural fibers. Construction and Building Materials. 29 November 2020
Letto 2846 volte Ultima modifica il Giovedì, 02 Febbraio 2023 17:16
Roberta Monti

Biologa Marina

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